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QUARTIERE DELLE HALLES


LUOGO Parigi, Francia
ANNO 1979
TEMA Città
STATO Concorso
PROGETTISTI Antonio Monestiroli, Paolo Rizzatto
COLLABORATORI  Joseph Campanella, Elisabeth Hammond, Cristina Manzoni, Joy Siegel, Jeffrey Stark


Il tema del concorso di Parigi è un tema eccezionale su cui è possibile misurare la cultura della città moderna da un doppio punto di vista: da una parte come volontà civile a costruire nella città nuovi luoghi pubblici, dall’altra come capacità di definire una tipologia di tali luoghi o almeno dei principi generali su cui basare la ricerca per una loro definizione architettonica. Anche per questo tema come per molti altri vi sono pochi riferimenti nella cultura architettonica moderna e molti nella città antica. Tuttavia anche il riferimento alla città antica è complesso, infatti fra le piazze della città della storia è necessario distinguere: la piazza come manufatto di cui il capostipite è l’agorà o il foro che si trasforma nelle piazze dei mercati della città medioevale e nelle piazze commerciali della città dell’Ottocento; la piazza legata a un edificio pubblico e alla sua funzione particolare; la piazza slegata da ogni funzione civile o religiosa e costruita come sistema di rappresentazione formale.

“In quest’ultimo caso la piazza si costruisce su una funzione egemonica rispetto alle altre: quella di essere il luogo dei punti di vista degli elementi urbani che la delimitano. I primi esempi di questo modo di intendere le piazze sono le piazze reali di Parigi che fin dalle prime esperienze hanno un ruolo esclusivamente formale. Ad esse non è attribuita alcuna funzione se non quella di essere il recinto della statua del Re. Esse si conformano sul modello della corte chiusa del Louvre al centro della quale è collocata la statua del Re di Francia. All’interno del tessuto denso e minuto della Parigi gotica le piazze reali assumono il ruolo di luoghi aperti costruiti al centro di una parte della città e con il compito di identificarla. Queste piazze si conformano spesso ai caratteri del luogo: un incrocio di strade, la prossimità di un monumento, del fiume ecc. La pianta di Patte interpreta la teoria di Laugier della città come foresta individuando un sistema di luoghi monumentali, le piazze reali appunto, in cui la residenza si configura e si rappresenta in modi differenti ma secondo un principio analogo: la costruzione di un luogo unitario e formalmente compiuto. Si crea così un sistema di corti-piazze nella città di grandi dimensioni che divengono le forme distintive dei luoghi dei cittadini. La città dell’Ottocento assume ancora questo principio, anche se attraverso la questione dei nodi di traffico: la convergenza di più strade in un unico punto richiede una soluzione architettonica ade-guata. Viene assunta quella della definizione del luogo come luogo prospettico in cui le strade stesse si raffigurano all’interno della piazza. Un sistema analogo all’apparato scenico del teatro rinascimentale che trasporta sulla scena l’architettura della città. La città stessa diventa luogo teatrale. Il principio compositivo è quello della rappresentazione, in determinati punti del suolo, degli elementi urbani. Due sono dunque le ragioni dell’architettura delle piazze nella città storica: la ragione funzionale e cioè la definizione di una funzione collettiva in un luogo urbano – istituzioni civili, religiose, fiere, mercati ecc. – e l’intento rappresentativo per cui lo spazio libero non è più legato a una funzione particolare ma diventa un luogo in cui la città rappresenta se stessa. In molti casi tale luogo perde anche la sua denominazione comune, non si chiama più piazza ma assume nomi diversi come largo, campo, prato ecc. Queste due ragioni, funzionale e rappresentativa, sono spesso assunte sinteticamente. In questi casi la presenza o l’assenza di una funzione civile non è più determinante: l’intento rappresentativo è prevalente, come si vede nelle famose tavole delle piazze del rinascimento. Gli edifici pubblici sono collocati in uno spazio libero che non è tanto costruito a misura della loro funzione ma li contiene e rappresenta come fatti urbani di cui avere esperienza. L’unico esempio nella città moderna che assume questo principio formale come contenuto del tema della piazza è il progetto per Alexander Platz a Berlino di Mies van der Rohe. L’unicità di questo esempio è forse dovuta alla particolare ricerca del movimento moderno sull’abitazione. Alla definizione dei quartieri residenziali come unità conchiuse in loro stesse in cui il tema degli spazi liberi è svolto all’interno del quartiere e assume una scala particolare, a volte domestica e mai generalmente urbana come accade invece nella città storica. Soltanto nella recente esperienza delle nuove città del nord Europa il tema si pone nuovamente, tuttavia è quasi sempre svolto nella sua accezione strettamente funzionale (si tratta quasi sempre di piazze commerciali) con risultati tutto sommato deludenti e inconfrontabili con quelli raggiunti nella storia della città. L’area delle Halles segue il processo consueto delle aree centrali delle grandi città quando viene demolito un edificio pubblico di grandi dimensioni: la destinazione dell’area ad area verde. Questa scelta è indubbiamente di buon senso in un contesto urbano ad alta densità. L’area verde richiesta dal bando di concorso (4 ettari) pone il problema della definizione del suo intorno che ripropone il tema generale della piazza o in genere degli spazi liberi. Il principio assunto è quello di costruire uno spazio libero come luogo determinato dalla compresenza di due elementi: gli edifici pubblici e il sistema residenziale esistente. Il problema architettonico diviene quello di stabilire la forma del luogo che rappresenti questi elementi stabilendone un ordine gerarchico. La prima questione che ci siamo posti è quella dei confini dell’area. Poiché questa è collocata al centro di un quadrilatero delimitato da quattro strade di traffico (Rue du Louvre, Rue Etienne Marcel, Boulevard Sébastopol, Rue de Rivoli) abbiamo deciso di assumere come area di intervento l’intero quadrila-tero. Le dimensioni di tale area sono di 500 x 600 m tali da suggerire la riduzione del traffico al suo interno a traffico locale o addirittura pedonale. Questa è una indicazione contenuta negli isolati urbani di grandi dimensioni di Le Corbusier, Hilberseimer, May, che propongono isole residenziali con una loro complessità formale che le identifi-ca. Questo è anche un principio generale di razionalizzazione del traffico che ci consente di definire “isole urbane” nei centri storici che possono assumere una loro propria e distinta identità formale. Un principio di razionalizzazione che può diventare un principio di costruzione della città. Per questo motivo abbiamo esteso l’area di intervento da Rue du Louvre al Boulevard Sébastopol proponendo la demolizione di due isolati adiacenti alla Borsa di commercio e di quattro isolati residenziali che dividono l’area delle Halles dal Boulevard Sébastopol. In questo modo l’area risulta compresa fra due grandi assi di traffico. La prima scelta per la sistemazione generale degli elementi nell’area è stata quella di collocare il nuovo auditorium, richiesto nel bando, simmetricamente rispetto all’edificio della Borsa di commercio, sull’altro lato dell’area verde, stabilendo così il carattere dominante dello spazio libero. Il nuovo edificio pubblico così come la borsa, liberata dagli edifici adiacenti, è posato sul prato in prossimità di una strada principale e stabilisce il rapporto fra l’intero spazio libero e la strada stessa su un lato, così come la borsa lo stabilisce sull’altro. L’analisi della formazione storica dell’area ci consente di stabilire come all’interno del quadrilatero scelto e determinato dai tracciati di Haussmann le due parti a nord e a sud abbiano sempre avuto caratteri nettamente distinti. L’area a nord è caratterizzata dalla convergenza di due strade diagonali, Rue Montmartre del tessuto antico e Rue Turbigo del tracciato di Haussmann che si congiungono sull’abside della chiesa di St Eustache costruendo così un luogo particolare del tessuto. L’area a sud invece è determinata da una serie di strade parallele a Pont Neuf e dall’andamento est-ovest di una delle strade più belle della antica Parigi, Rue St Honoré, che continua in Rue de la Ferronnerie dove un antico edificio residenziale in linea la separa dalla piazza degli Innocenti, memoria dell’Ospedale degli Innocenti di antica fondazione. Sui lato est dell’area, parallela al Boulevard Sébastopol infine vi è Rue St Denis lungo la quale si affacciano numerose case gotiche dell’antico tessuto urbano come pure su Rue St Honoré. Questi elementi della città storica sono stati assunti come dati principali del progetto con l’obiettivo di comprenderli all’interno di un nuovo sistema formale in cui potessero avere il massimo rilievo. Le scelte successive sono state differenti. Costruire le due torri gemelle (l’albergo richiesto dal bando) orientate secondo le diagonali di Rue Montmartre e Rue Turbigo e poste a cavallo dell’asse di simmetria di Rue Montmartre a segnarne il punto di partenza e di arrivo. Le due torri, in ferro e vetro, si collocano di fianco alla chiesa di St Eustache di cui riprendono l’altezza della lanterna, riproponendo una relazione formale, chiesa-torri, storicamente consueta. Ricomporre Rue St Honoré e la piazza degli Innocenti con la ricostruzione del-l’isolato mancante costruendo edifici in linea paralleli all’andamento di Pont Neuf. Tale direzione coincide con l’asse elio-termico. La direzione di questi edifici consente un rapporto visivo fra Rue St Honoré e lo spazio verde al centro del progetto. Questa distribuzione oltre a essere una soluzione idonea al problema specifico intende riferirsi a una scelta propria del movimento moderno, quella di assumere l’andamento del sole come riferimento principale per la disposizione delle case sul suolo. Questa scelta si evidenzia ancor di più all’interno del tessuto ottocentesco in cui l’abitazione ha una logica di costruzione per isolati ad alta densità del tutto differente. L’intenzione è di costruire con questo sistema di case parallele un brano monumentale che si ponga nel suo insieme come un elemento dell’architettura della città. Le sei case parallele definiscono il margine della nuova piazza degli Innocenti che è così riportata alle dimensioni originali dell’antico ospedale. Le scelte principali del progetto sono: la liberazione della Borsa di commercio, la costruzione del nuovo auditorium, la costruzione del lato nord che prospetta sul prato con la cattedrale e le due torri, la costruzione del lato sud con le sei case parallele. Il progetto potrebbe limitarsi a questi interventi di modo che gli edifici residenziali esistenti possano costruire a loro volta i confini longitudinali dell’area libera. Tuttavia il concorso chiedeva nuove abitazioni, così abbiamo disposto lungo i lati lunghi del prato nuovi edifici residenziali in linea. Questi edifici, alti come gli edifici circostanti e interrotti in corrispondenza delle strade più importanti, costruiscono un fronte omogeneo, analogo a quello che coprono, lasciando larghe aperture a nord in corrispondenza della chiesa di St Eustache e delle torri e a sud in corrispondenza delle testate delle case parallele più basse di un piano. Tutto ciò in un sistema di relazioni fra i due lati nord e sud che sono già presenti nell’antico tessuto urbano: fra Rue Montmartre e la piazza degli Innocenti, fra Rue du Roule e la facciata del transetto della chiesa, fra Rue Pont Neuf e le torri. Relazioni che si stabiliscono attraverso il prato che diventa così il luogo dei punti di vista di tutti questi elementi urbani, antichi e nuovi, riconnessi in un nuovo spazio in cui si rappresentano. Il prato diviene così il luogo della conoscenza della complessità urbana in quella parte di città. 



IN

Massimo Ferrari (a cura di) Antonio Monestiroli Opere, progetti e studi di architettura Electa Milano 2001

Francesco Moschini (a cura di) Antonio Monestiroli Progetti 1967-1987  Edizioni Kappa Roma 1988