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SALA CIVICA A TORRICELLA PELIGNA


LUOGO Torricella Peligna, Chieti, Italia
ANNO 1985
TEMA Architettura, Luoghi della cultura, Sala civica
STATO Progetto
PROGETTISTI Antonio Monestiroli, Antonio Paolucci


Il lotto destinato alla costruzione della sala civica è compreso in una cortina edilizia all’imboccatura di corso Umberto sul lato est della strada comunale Torricella-Roccascalegna. I caratteri del luogo sono fortemente determinati dal rapporto fra corso Umberto, che è la struttura dominante del centro abitato, e il paesaggio circostante. Il corso, che è un’espansione ottocentesca di un nucleo più antico, ha dimensioni adeguate non solo al transito ma anche alla permanenza dei cittadini. E caratterizzato da due cortine edilizie composte da abitazioni a schiera costruite su un lotto stretto (l’affaccio medio è di tre finestre) alte dai due ai tre piani, che hanno un doppio affaccio, sul corso e sulla valle. 

Fra questi edifici ve ne sono alcuni molto belli il cui carattere domestico è sottolineato da elementi decorativi fissi e ripetuti. Sul fondo del corso la chiesa principale, dal lato opposto la strada si dirama in tre direzioni di cui la centrale prosegue in un viale pedonale alberato che conduce a una pineta, parco del centro abitato e meta turistica a livello regionale. La sala civica è situata proprio di fronte all’ingresso del viale alberato. Questo luogo particolare dovrà assumere una  forma che realizzi la sua vocazione a essere luogo di incontro. La costruzione di una fontana potrebbe rendere evidente e riconoscibile il carattere del luogo. Sull’asse della fontana, al di là della strada, collocata ordinatamente nella cortina edilizia, la sala civica rivolge il suo fronte verso il centro e il retro verso la valle e collega attraverso di sé i due contesti che si confrontano all’interno della sala. La sala civica non ha una destinazione specifica ma molte e diverse che devono essere compatibili con la sua forma. Da biblioteca a sala riunione a sala per mostre, conferenze, dibattiti, proiezioni, feste, queste funzioni devono svolgersi, in modo alterno, in un unico luogo. Il tipo che corrisponde a tale programma è l’aula, unico spazio senza divisioni fisse, adattabile con un arredo appropriato a ognuna delle attività previste. Le dimensioni e l’architettura dell’aula devono essere tali da rappresentare il fine della costruzione, che non coincide con nessuna delle attività particolari ma le riassume tutte: possiamo dire in generale che l’aula è costruita come luogo di riunione e che tutti dovranno riconoscere in essa questo carattere. In caso contrario il progetto non avrà raggiunto il suo scopo. Inoltre la costruzione di un edificio pubblico in una cortina residenziale pone il problema del suo inserimento, di come interrompere la sua continuità, di come stabilire il rapporto fra la domesticità delle abitazioni e il carattere aulico dell’edificio collettivo. Tale carattere è un attributo necessario a ogni edificio pubblico attraverso cui si intende riconoscere un valore generale e stabile contenuto in esso. L’aula è delimitata su tre lati da un muro perimetrale ed è divisa in due parti: la prima scoperta e aperta verso il corso ha la funzione di atrio, la seconda coperta con un tetto metallico a cassettoni. L’atrio risulta essere il prolungamento dell’aula ed è lo spazio necessario per stabilire il rapporto di questa con la strada. Al muro perimetrale si appoggiano gli edifici della cortina edilizia. Il muro la interrompe e definisce il luogo su cui l’aula si affaccia. Questa prospetta sull’atrio attraverso una vetrata a tutta altezza che consente di riconoscere il tetto come principale elemento di costruzione. Verso valle una grande finestra, ancora alta fino al tetto, stabilisce il rapporto con la campagna circostante. Ne risulta un luogo definito da un muro perimetrale e da un tetto in cui si stabilisce al contempo un rapporto visivo con il corso e con la valle. Le dimensioni dell’aula sono di 8 x 16 m, dell’atrio 8 x 8 m. L’altezza del muro perimetrale, determinata dalla quota del colmo dei tetti adiacenti che devono essere contenuti in esso, è di 8,30 m. L’altezza dell’aula è di 5 m ed è proporzionata alle sue dimensioni in pianta. Il tetto metallico risulta così incastrato in un muro perimetrale più alto. Verso valle per il forte declivio del terreno l’edificio assumerà l’aspetto di una torre, un volume precisato che si allinea a quelli degli edifici esistenti. La struttura dell’edificio è in cemento armato, secondo le norme antisismiche in vigore, è rivestita per la parte fuori terra con un muro in mattoni a vista a una testa sia all’esterno che all’interno dell’aula. La scelta dei mattoni a vista è dovuta alla volontà di usare un materiale non deperibile che abbia una sua durata nel tempo. Potrebbe essere la pietra ma vista la facile reperibilità e il suo grande uso nella zona, il mattone a vista sembra più adatto. Il solaio a piano terra è in cemento armato mentre il solaio di copertura è costruito in ferro, con travi reticolari incrociate e rivestite in lamiera verniciata. I serramenti sono in lamiera preverniciata con vetri atermici. Il pavimento dell’atrio è rivestito in lastre di travertino. I servizi, per non contraddire la necessaria unità dell’aula, sono collocati in un edificio adiacente alto due piani che si inserisce nella cortina edilizia risolvendo il legame dell’aula con questa. Al piano interrato si trovano i servizi dell’aula, i locali tecnici e un montacarichi di servizio a un deposito. Al piano terra un ufficio con accesso indipendente dalla strada è collegato, oltre che con la sala, con un locale al primo piano che, avendo un suo servizio, può essere usato anche come piccola abitazione. Sotto la sala un’ampia autorimessa ha il suo accesso da una rampa che la collega con la strada a valle. 



IN

Massimo Ferrari (a cura di) Antonio Monestiroli Opere, progetti e studi di architettura Electa Milano 2001

Francesco Moschini (a cura di) Antonio Monestiroli Progetti 1967-1987 Edizioni Kappa Roma 1988