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NUOVO PONTE DELL’ACCADEMIA A VENEZIA


LUOGO Venezia, Italia
ANNO 1985
TEMA Architettura
STATO Concorso
PROGETTISTI Antonio Monestiroli
COLLABORATORI  Cecilia Bolognesi, Lorenzo Clerici, Alba Gallizia, Antonio Paolucci, Giacomo Tutucci
strutture Davide Castiglioni


Il tema del ponte in generale contiene un forte carattere di necessità che nella storia della sua costruzione è sempre rappresentato con evidenza. La tendenza a dare particolare importanza all’aspetto tecnico costruttivo è conseguenza di questa volontà di rappresentazione e pone la questione della possibilità o meno di parlare di “architettura dei ponti”. Questo è stato il movente della nostra partecipazione al concorso: definire rispetto a questo tema il rapporto fra architettura e costruzione o meglio fra forme tecniche e forme architettoniche. La costruzione del ponte a Venezia è in qualche modo da rifondare, cercando di definire di nuovo i caratteri di questo edificio sia rispetto a sé sia rispetto al luogo monumentale in cui va costruito.

Abbiamo assunto il tema dell’incrocio come matrice tipologica che può condurre a una definizione architettonica dell’edificio rispetto alla quale trovare il sistema costruttivo più adeguato. La definizione del tipo dunque come primo atto del progetto. ‘Il problema della costruzione, che è subito seguente, impone la scelta di un sistema costruttivo capace di esaltare i caratteri tipologici individuati. L’arco, che sembra la forma propria del ponte, è stato scartato perché non congruente alla scelta di distinguere le tre parti: della salita, della meta e della discesa. Per lo stesso motivo è stata scartata la trave rettilinea appoggiata sulle sponde. La struttura più adeguata nel nostro caso sembra essere una struttura composta da due mensole ancorate alle rive che contengono le salite ed escono a sbalzo verso il centro del canale dove sorreggono un grande terrazzo che a sua volta ha due forti sbalzi nella direzione ortogonale. La forma triangolare delle grandi mensole fa coincidere esigenze statiche e caratteri formali individuati per la definizione del ponte. La salita e la discesa sono identificate dall’intradosso delle men-sole, gli ingressi al ponte sono definiti dalle alte testate ancorate a terra, il profilo superiore del ponte è orizzontale e costruisce il fronte-canale la cui centralità è accentuata dalla posizione del terrazzo. La forma tecnica in questo caso diventa forma evocativa dell’identità del manufatto. Arricchendosi di senso la forma tecnica diventa forma architettonica. Questo è stato l’obiettivo del nostro lavoro. Durante il tragitto di salita e di discesa il rapporto visivo con la città cambia più volte: all’ingresso una scala porta a un primo pianerottolo in cui due grandi aperture stabiliscono due punti di vista, poi una rampa che progressivamente emerge dalle sponde conduce al terrazzo centrale che è il punto più alto dell’edificio: il grande terrazzo metallico sospeso al centro del canale. Le due mensole sono costruite in cemento armato rivestito in marmo, i terrazzi sono in ferro verniciato di nero. Le scale e le rampe sono rivestite in lastre di pietra. Il piano di calpestio del terrazzo è in grigliato metallico trasparente alla luce. Ciò aumenterà il senso di leggerezza del ponte nel punto centrale. Il ponte dovrebbe essere costruito nello stesso luogo del vecchio ponte degli Austriaci. Il suo rapporto con Venezia? Di grande ammirazione.



IN

Massimo Ferrari (a cura di) Antonio Monestiroli Opere, progetti e studi di architettura Electa Milano 2001

Francesco Moschini (a cura di) Antonio Monestiroli Progetti 1967-1987 Edizioni Kappa Roma 1988