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AREA DI PORTA GENOVA A MILANO


LUOGO Milano, Italia
ANNO 1987
TEMA Città
STATO Progetto per la XVII Triennale di Milano 1983-88
PROGETTISTI Antonio Monestiroli
COLLABORATORI  Carlo Moccia, Antonio Paolucci, Ferdinando Pedone, Giacomo Tutucci 


Abbiamo inteso il progetto come ricerca sulla forma urbana. Il tema è stato posto dal punto di vista morfologico, senza affrontare la questione di una possibile vocazione dell’area a funzioni particolari, ma accettando come positiva la sua ricchezza funzionale e cercando di risolvere le contraddizioni presenti nella struttura urbana. Sull’area dei binari di porta Genova convergono parti di città costruite in tempi e con modalità diverse. A Nord l’asse di via Bergognone appartiene ai piani Masera-Albertini, la cui espansione ha trovato un ostacolo nella ferrovia che ne segna un limite di contenimento. A sud la campagna disordinatamente occupata nel tempo da insediamenti diversi, residenziali e industriali, situati senza alcun criterio ordinativo che mostra ancora la sua conformazione e contiene alcuni dei suoi elementi propri come rogge, cascine ecc. A est verso la piazza della stazione, il tessuto ottocentesco, costruito ordinatamente sui Navigli e la Darsena.

Queste tre parti di città convergono sull’area in questione che deve essere costruita in modo da esaltare gli aspetti positivi di ognuna di esse. Due luoghi urbani dunque in cui avviene una forte mutazione del tessuto, che si pongono come terminali di un sistema di assi viari. Due luoghi che vanno costruiti in modo da rappresentare con evidenza questo loro carattere. Il tratto in curva lungo la via Valenza sarà semplicemente di collegamento fra essi. Si è ipotizzato di affidare a due grandi edifici per uffici il compito di definire e di rappresentare l’identità del luogo in cui sorgono. Cercando di stabilire per estensione se con edifici destinati al terziario pubblico o privato, è possibile costruire luoghi formalmente compiuti, luoghi specifici che rendano riconoscibile la struttura della città moderna. In alternativa all’ipotesi dei centri direzionali. In fondo a via Bergognone quattro torri collegate da un unico basamento definiscono un edificio che conclude il rettifilo e si affaccia sul Naviglio e sulla campagna al di là di questo. A sua volta dal parco rurale questo edificio si presenta come un limite della città ottocentesca. Sull’alzaia le quattro torri costruiscono un luogo particolare prima e dopo il quale il Naviglio ha caratteri formali molto diversi. Nella piazza della stazione un grande edificio in linea occupa il posto dell’attuale edificio ferroviario. Ne riprende la divisione in tre parti legandosi saldamente alla forma convergente dei tre isolati antistanti. Tra i due edifici per uffici, costruiti in ferro e vetro, undici case in linea sono posate su un unico basamento che segue la curva della via Valenza. Queste case destinate ai ferrovieri. si affacciano ognuna su un proprio giardino collegato con gli altri attraverso due passaggi continui che conducono da una parte all’affaccio sulla piazza, dall’altra sul Naviglio, il parco, le torri.



IN

Massimo Ferrari (a cura di) Antonio Monestiroli Opere, progetti e studi di architettura Electa Milano 2001

Francesco Moschini (a cura di) Antonio Monestiroli Progetti 1967-1987 Edizioni Kappa Roma 1988