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CHIESA A CASTELLAMMARE DI STABIA


LUOGO Castellammare di Stabia, Napoli, Italia
ANNO 2013
TEMA Architettura, Luoghi sacri, Chiesa
STATO Concorso
PROGETTISTI Antonio Monestiroli, Tomaso Monestiroli,
COLLABORATORI  Luca Cardani, Federica Cattaneo, Claudia Tinazzi


Nel luogo dedicato alla costruzione della chiesa della Madonna del Carmine la bellezza della campagna coltivata deve confrontarsi con la presenza forte di una centrale elettrica e degli elementi che le appartengono e con il disordine urbano generato da una politica espansiva della città attuata senza regole e piani di sviluppo. Due mondi formali che sovrapponendosi creano un forte contrasto. A nord, all’orizzonte, si staglia, come unico riferimento paesaggistico, il Vesuvio, che assiste come migliaia di anni fa alle vicende di quel territorio. Progettare una chiesa in quel luogo, a prima vista inadatto, è stata un’esperienza positiva. Si è capito subito di dover costruire un volume compiuto, con un materiale legato al suolo di quella pianura, un materiale terroso che avrebbe dovuto addolcire il paesaggio compromesso dai tralicci dell’alta tensione, e dal disordine imperante.

Siamo convinti che un edificio sacro debba essere riconoscibile, che non possa essere solo un luogo di riunione ma che debba saper essere espressivo del motivo per cui è costruito. È certo che alla base della ragione della chiesa vi è la celebrazione del rito. La riunione del popolo dei fedeli ha come fine la partecipazione al rito. L’incontro fra l’assemblea e il celebrante prevede il rapporto fra due luoghi, uno destinato ai fedeli e un altro in cui sorge l’altare su cui avviene la celebrazione. Due luoghi in relazione reciproca e necessaria. Forse è questa l’intenzione che può guidare nella ricerca delle forme proprie della chiesa: che queste corrispondano alla sua finalità che è quella di stabilire un rapporto stretto fra una comunità e il rito che le appartiene. Nel nostro progetto la chiesa è formata da quattro parti allineate su un asse di simmetria e tutte collocate su un basamento alto un metro: un giardino, un atrio, l’aula liturgica, il presbiterio. A queste quattro parti si aggiungono lateralmente la cappella feriale e il battistero. La presenza di un giardino collocato di fronte alla nuova chiesa, alla stessa quota del sagrato, dà al luogo un carattere di accoglienza. Il giardino è formato da un prato in cui vengono piantati 25 fra lecci e ulivi disposti in un ordine geometrico. All’interno del giardino sull’asse longitudinale della chiesa è disposto un altare in pietra che accoglie la funzione liturgica all’aperto.
Fra i due altari, uno nel giardino e l’altro nella chiesa, si stabilisce una relazione visiva che collega il giardino, il grande atrio della chiesa, l’aula con la successione delle cappelle laterali e il presbiterio. Di fianco al giardino il sagrato, luogo di accesso all’intero sistema parrocchiale e a una loggia che si affaccia sul paesaggio a nord e punto di vista privilegiato sul Vesuvio. Sul sagrato affaccia la chiesa attraverso il suo atrio, un luogo importante, compreso fra due muri paralleli che vogliono ricordare due grandi ante di una porta che è sempre aperta per accogliere la comunità dei fedeli. Fra l’atrio e l’aula una bussola in ferro e vetro consente, anche quando la chiesa è chiusa, di vedere l’interno dell’aula fino al presbiterio sempre fortemente illuminato. L’aula, di dimensioni contenute, è coperta con travi a vista e illuminata naturalmente da una serie di lucernari disposti lungo i due lati lunghi. Un luogo che vorremmo avesse un carattere domestico, un luogo in cui affaccia un grande e luminoso presbiterio che prende luce zenitale e la riflette sulle sue pareti fino a illuminare l’altare e il crocefisso collocato al centro dello spazio luminoso. L’altare è disposto al limite del presbiterio, rivolto verso l’assemblea dove, ancor più, si protende l’ambone. Fra aula e presbiterio vi è un’assoluta continuità spaziale ma anche una forte diversità di materiali e di luce dovuta al fatto che in una abita il popolo celebrante e l’altro è il luogo del crocefisso. Fra l’uno e l’altro luogo l’altare svolge un ruolo di relazione fra due parti che attraverso il rito si congiungonoSull’aula alla destra del presbiterio affacciano due cappelle: la cappella feriale e il battistero. La cappella feriale, che contiene la custodia eucaristica, si mostra interamente sull’aula, è illuminata da due grandi lucernari e quindi è molto luminosa. Il battistero, più vicino all’ingresso della chiesa, contiene il fonte battesimale, anch’esso illuminato da un lucernario zenitale. A nord, in un edificio autonomo, si trovano le opere parrocchiali, le aule del catechismo e la sala polifunzionale, accessibili direttamente dal sagrato.



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L. Cardani (a cura di) Studio Monestiroli  Opere e progetti di Architettura Electa Milano 2021