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ALBERGO A BONASSOLA


LUOGO Bonassola, La Spezia, Italia
ANNO 2013
TEMA Architettura, Luoghi dell’abitare, Albergo
STATO Progetto
PROGETTISTI Antonio Monestiroli, Tomaso Monestiroli
COLLABORATORI  Federica Cattaneo


Per noi Levanto è sempre stato il luogo del marmo, un marmo bellissimo, rosso o verde venato, cavato in quella zona, un marmo molto usato nelle case contadine del territorio circostante per farne le soglie o le spalle di porte e finestre ma usato anche negli anni cinquanta e sessanta nelle case borghesi delle città della Liguria per rivestire i pavimenti e gli atri delle scale. Un marmo utilizzato anche per costruire i muri degli arditi terrazzamenti agricoli della costa delle Cinque Terre, così come i terrapieni della ferrovia (oggi parzialmente dismessa) che fiancheggia la costa. Quando abbiamo avuto l’occasione di progettare un albergo a Bonassola, in un luogo arrampicato su un costone di roccia a picco sul mare, un luogo dal quale si ha una vista del Mesco, un promontorio che delimita la baia di Levanto, non abbiamo potuto fare a meno di pensare alla roccia e al marmo di Levanto come due materiali in continuità fra loro, come se uno sorgesse dall’altro.

In un lotto di forma allungata, perimetrato dalla strada che si arrampica sulla collina, sopra una roccia impervia e accidentata, una serie di muri a L rivestiti in marmo verde, levigato fino a diventare lucido, delimitano i terrazzi digradanti dove affaccia il piano terra dell’albergo, in cui si trovano, oltre alla reception, una palestra, un ristorante e gli spazi comuni. Al piano superiore le stanze, di grandi dimensioni, tutte prolungate da un terrazzo coperto da un pergolato di legno dipinto, divise in blocchi, sono disposte in modo che tutte abbiano un affaccio sulla baia. Il rapporto con la natura è l’elemento fondativo dell’intero progetto.
Il muro, con il suo rivestimento, racconta il passaggio dalla natura al suo stato originario alla natura lavorata per estrarne il suo contenuto più prezioso. Sopra ancora un lungo pergolato in legno, dipinto di bianco, sorregge una vegetazione sempreverde, ricca di essenze diverse. Un percorso ombreggiato, costruito in costa alla roccia, direttamente affacciato sul mare, che diventa l’asse portante di tutta la composizione. Un asse che separa la zona dell’accoglienza da quella degli spazi condivisi. Un movimento dal basso verso l’alto, dalla materialità più grezza delle rocce alla geometria del pergolato. Fra i due estremi i grandi terrazzi dell’albergo, nobilitati dai muri rivestiti in quel marmo splendente. In fondo questo passaggio della materia dal suo stato originario a una forma geo- metrica può essere inteso come l’allegoria di un pensiero, da principio indistinto, che si compone e assume una forma riconoscibile. La successione dei muri a L, unita al digradare del terreno, costruisce i luoghi collettivi all’aperto, sempre affacciati sul paesaggio circostante. Distribuiti dall’asse centrale (come una sorta di decumano maximo) in successione si incontrano la grande piscina scoperta, la terrazza del ristorante e il giardino pensile che definisce la punta estrema del lotto quasi a picco sul mare. Il lungo pergolato realizzato in copertura dell’asse centrale è analogo a un lungo molo che dalla spiaggia si prolunga verso il mare offrendo un punto di vista differente sul golfo. Una promenade suggestiva in un luogo di straordinaria bellezza.



IN

L. Cardani (a cura di) Studio Monestiroli  Opere e progetti di Architettura Electa Milano 2021

IDENTITÀ DELL’ARCHITETTURA ITALIANA N12  2014