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CASA NEL BOSCO DI MONTORFANO


LUOGO Montorfano, Como, Italia
ANNO 2017 – 2020
TEMA Architettura, Luoghi dell’abitare, Casa
STATO Costruito
PROGETTISTI Tomaso Monestiroli, Giovanni Uboldi


Il progetto di una casa per un architetto è sempre un momento di riflessione profonda sull’essenza dell’architettura. Ernesto Nathan Rogers, affrontando il tema del monumento, diceva che il monumento per l’architettura moderna non è più la casa del principe o la casa di Dio: monumento è la casa dell’uomo. Questa affermazione fa capire quanto sia profonda la riflessione che il tema della casa impone. La casa è il luogo dello stare, è il luogo dove si ritorna ogni volta per ritrovare se stessi.

La nostra casa è il modello che cerchiamo ogni volta di replicare in altri luoghi proprio per provare la sensazione del “sentirsi a casa”. È quindi il luogo in cui ciascun uomo si identifica. La responsabilità dell’architetto che progetta case per altri è quindi altissima. Riuscire a cogliere il senso profondo dell’abitare di ciascuno, senza venir meno al proprio, è estremamente complesso. Non mi riferisco certo alle questioni legate ai dettagli dellefiniture (che spesso accendono gli animi dei committenti più di ogni altra cosa). Mi riferisco alla struttura compositiva della casa, all’interpretazione del tema dell’abitare anche in funzione del luogo in cui collocare la casa. Mi riferisco alla radice tipologica di riferimento, ai problemi legati al carattere distributivo degli spazi. Una casa si costruisce, proprio come la città, attraverso la relazione tra spazi privati e spazi collettivi e su come questi spazi si distribuiscono tra loro e si rapportano al paesaggio (urbano o naturale che sia). L’occasione di progetto è una porzione di terreno ai limiti di un grande bosco di pini e castagni. Il terreno, di forma trapezoidale allungata, in discreta pendenza, gode di una vista privilegiata del paesaggio verso ovest, ponendosi in posizione rialzata rispetto alle poche case costruite nei dintorni. La casa si distribuisce su un unico livello attraverso la costruzione di due muri a C di mattoni faccia a vista contrapposti, aperti sul giardino rispettivamente a est e ovest. Questa divisione formale, in due parti distinte, autonome e corrispondenti alla divisione funzionale tra zona giorno e zona notte, è il risultato espressivo della relazione tra spazi privati e spazi collettivi. Le due parti della casa sono collegate tra loro da un corpo più basso, interamente rivestito in legno tinteggiato corrispondente all’ingresso della casa da cui tutto si distribuisce. Dall’atrio di ingresso, superando un dislivello di tre gradini, si accede al grande soggiorno aperto sul paesaggio e prolungato da un terrazzo protetto da un pergolato sorretto da un sistema trittico costruito da pilastri a sezione rettangolare in cemento bianco. Il terrazzo è il “luogo” della casa, ombreg- giato d’estate e soleggiato d’inverno, da cui contemplare l’orizzonte. Analogamente le camere affacciano su un patio scavato nella collina, protetto da un muro di contenimento, affacciato a est ed esposto al sole del mattino. Tutto intorno il fitto bosco di castagni.



Foto di Marco Menghi


IN

L. Cardani (a cura di) Studio Monestiroli   Opere e progetti di Architettura  Electa Milano 2021

IDENTITÀ DELL’ARCHITETTURA ITALIANA N17 2019