AREA DELLO SCALO FARINI A MILANO VERSIONE I
LUOGO Milano, Italia
ANNO 2009
TEMA Città
STATO Progetto
PROGETTISTI Antonio Monestiroli, Tomaso Monestiroli, Claudia Tinazzi, Marcello Bondavalli
L’estensione eccezionale dell’area resasi disponibile, la posizione divenuta centrale nella città, la relazione con la rete dei trasporti e la prossimità con i suoi recapiti urbani fanno di scalo Farini un luogo importante e strategico, una parte della città che deve essere ripensata e costruita. Come? Secondo quale idea di città? Con quali principi e quali elementi? La scelta dell’amministrazione comunale a favore di una logica di consolidamento del nucleo centrale di Milano attraverso l’insediamento di grandi quantità edilizie impone di assolvere a una prima condizione, l’inserimento del nuovo quartiere nel sistema di infrastrutture viarie pubbliche e private, su gomma e su ferro, che deve essere riconsiderato e adeguatamente potenziato.
Una seconda, importante condizione affinché questa area non diventi una periferia interna alla città riguarda le attività insediate: queste devono essere diverse, miste e soprattutto prevedere servizi di interesse urbano in grado di costruire un nuovo centro aperto alla città. La molteplicità delle funzioni corrisponde alla ricchezza e all’articolazione degli spazi collettivi e privati; l’architettura ha il compito di farsi interprete di questa ricchezza, conferendo carattere e qualità ai luoghi. Sulla base di queste considerazioni abbiamo affrontato il tema del progetto, urgente nella città contemporanea, con l’intento di rispondere a diversi obiettivi: definire i principi compositivi su cui basare la costruzione di una nuova parte di città; precisare quali sono i luoghi collettivi e il loro carattere, quali le relazioni fra edifici e spazi aperti, quale il ruolo del verde, il rapporto fra servizi ed edifici residenziali, fra commercio e altre attività. Tutte questioni presenti nei progetti del Movimento Moderno e ancor più in quelli degli architetti milanesi negli anni della ricostruzione.
Il progetto
La presenza dei binari e del grande scalo ferroviario hanno mantenuto separate fino a oggi parti di città cresciute indipendenti, ostacolando il congiungimento degli assi concentrici del piano Beruto. Contro la ferrovia si sono arrestati gli isolati che originano da corso Sempione; a est si è fermato il quartiere divenuto “l’isola”, organizzato intorno alla strada antica per Como; a nord sono cresciuti gli insedia- menti più periferici, in relazione ai nuclei di Dergano, Affori e Bovisa, lungo la ferrovia e le direttrici che innervavano il territorioesterno a Milano. La città ha scavalcato lo scalo e dall’inizio del secolo è cresciuta al di là di esso, lasciando invariato nel tempo il suo ruolo di vuoto separatore.
Assi e relazioni urbane
Qui convergono gli assi interrotti che strutturano la città e il suo territorio, individuando un punto focale collocato sul vertice nord-ovest di questa area pressoché triangolare. A partire da qui è possibile organizzare una gerarchia interna all’insediamento che distingua e articoli i luoghi che costituiranno il quartiere. L’eccezionalità della testa nord-ovest del sistema corrisponde, nel progetto, alla eccezionalità urbana delle attività insediate e dell’architettura che le rappresenta: un sistema di torri che ospitano attività terziarie e ricettive, organizzate intorno a una piazza che diventa il centro dell’in- sediamento, conclusa da un edificio ad aula destinato ad attività culturali rivolte a tutta la città.
La viabilità
L’ordine e la giacitura dell’insediamento sono decisi dalla ferrovia. Parallelamente ai binari corre anche una strada veloce extraurbana, che ha un solo punto di ac- cesso interno al quartiere. Il sistema delle infrastrutture viarie è definito secondo un principio gerarchico, con l’obiettivo di mantenere unitaria l’area dell’insediamento. La viabilità urbana ed extraurbana si colloca lungo i margini esterni con due strade a scorrimento veloce. Una nuova strada
urbana collega gli isolati a sud, lungo il limite del parco; infine le strade interne, di diverso calibro e gerarchia, definiscono una maglia regolare di grandi isole verdi di circa 140 metri di lato, all’interno delle quali si dispongono gli edifici.
Il sistema del verde pubblico
L’insediamento è costruito nel verde, in parte parco piantumato, in parte appezzamenti a prato delimitati da filari di alberi: sia l’uno sia gli altri sono di uso collettivo. La presenza del verde e la definizione del rapporto fra costruito, spazi aperti e spazi verdi è un tema di confronto ineludibile nella costruzione della città moderna, una conquista della cultura architettonica del Novecento divenuta irrinunciabile.
Nel progetto si è deciso di concentrare il costruito in una porzione dell’area per realizzare un grande parco pubblico boscato; a questo è affidato il ruolo di connettere i quartieri separati dalla ferrovia, mantenendo distinta la loro individualità ormai consolidata. Attraverso il grande parco attrezzato, percorsi pedonali e piste ciclabili stabiliscono la relazione fra le due parti della città.
Lunghi filari di alberi sottolineano gli assi che strutturano il quartiere, distinguono la loro importanza e individuano gli appez- zamenti di prato che prendono il posto degli antichi isolati urbani, accogliendo i nuovi edifici. Il verde, elemento costitutivo del nuovo insediamento, assume qualità, forme e caratteri diversi in rapporto alle relazioni che istituisce con il costruito, alle sue misure e al suo trattamento.
I luoghi pubblici: la piazza, la Rambla, la dogana
Dalla parte opposta rispetto alla piazza principale è collocato un secondo polo di attività collettive, che, all’interno della vecchia dogana, ospita le scuole primarie e le attività sportive, palestre e piscine aperte alla città.
I due poli sono collegati da un asse verstruttura l’intero quartiere, una Rambla lungo la quale sono distribuite le principali attività commerciali e collettive al servizio dell’insediamento. Su un asse parallelo alla Rambla sono collocati gli altri servizi collettivi e commerciali al quartiere.
La residenza, il terziario e i laboratori
Il tema della definizione dell’unità residenziale, di una unità minima ripetibile, appartiene alla storia della città: la costruzione dell’isolato delimitato dalle strade, in forme sempre diverse ma sulla base di un medesimo principio, è il modo di costruzione delle città fino al XX secolo. Cosa sostituisce l’isolato nel tessuto della città moderna? È ancora necessario definire un principio insediativo per l’abitazione, l’elemento urbano quantitativamente più rilevante nella costruzione della città, un principio che riproponga la ricchezza di luoghi propria della città antica? Nel progetto le residenze affacciano sul verde, sul prato di grandi corti aperte che appartengono a ogni casa, sui viali alberati e sul parco. Gli antichi isolati chiusi si aprono e cambiano natura. La presenza dei servizi nelle corti introduce un principio di variazione che consente di distinguere i luoghi e rende le corti stesse vitali e frequentate, riconoscili, diverse una dall’altra. La loro apertura rende il verde attraversabile, ne moltiplica percettivamentel’estensione e consente la relazione con gli spazi centrali del quartiere.
IN
L. Cardani (a cura di) Studio Monestiroli Opere e progetti di Architettura Electa Milano 2021
R. Neri (a cura di) La parte elementare della città
LetteraVentidue Siracusa 2014
S. Protasoni (a cura di) Milano scali ferroviari Il Libraccio Milano 2013
A. Monestiroli, L. Semerani (a cura di) La casa. Le forme dello stare
Skira Milano 2011
IDENTITÀ DELL’ARCHITETTURA ITALIANA N8 2010